Ho 31 anni e sono fidanzata da quasi 5 anni con una persona piu grande di me di 15 anni.
Convivo, tra alti e bassi.. un po’ come tutti credo.
Mi sono innamorata di lui in breve tempo, è sempre stato tutto quello che desideravo: educato, colto, interessato alla politica ed alla cultura, giovane nell’animo e nel corpo.
Bello, come solo un quarantenne sa essere.
Amante, come non ne ho visti mai.
La nostra sintonia si è spezzata nel lungo termine, quando mi sono accorta che essere un tutt’uno sotto le lenzuola non significava esserlo anche fuori.
Lui, dai modi sempre posati ed eleganti, incapace di insultare gli altri, di denigrarli, qualificava le persone che mi denigravano, anche mediante insulti, come “persone particolari”, “con il loro carattere”..
Ho pianto, disperatamente, mentre gli chiedevo di smettere di salutarli, di cessare ogni forma di educata comunicazione perché per me rappresentava una pugnalata alle spalle.
“Io saluto tutti, anche i delinquenti. Mi hanno insegnato cosi. Il saluto non si nega a nessuno”.
Siamo arrivati allo scontro, più volte.
Sono passata per guerrafondaia, per eccessiva, per ossessionata solo per aver chiesto correttezza.
Ricordo il suo sguardo mentre piangevo per l’ennesimo insulto ricevuto.
E’ stata questa la prima crepa.
Quell’uomo che avevo sempre idealizzato, quell’essere perfetto per cui tanto gioivo cominciava ad assumere fattezze umane.
“Chi manca di rispetto a te, lo manca anche a me.
Chi insulta te, insulta me. Dovrebbe essere così anche per te.
Siamo una coppia, no?..”
Silenzio.
Questa situazione si è protratta per mesi.
È arrivato al punto di non credere più alle mie parole, di dirmi “ok, prendo atto di quello che stai dicendo tu ma io credo solo a quello che sento io”.